Aria pulita in autostrada, brezza marina nella mente.

L’inquinamento è la presenza di informazioni che divengono particelle dislocate in spazi non equilibrati rispetto al flusso della dimensione temporale osservata.

Wow che super frase d’effetto… ma cosa significa??

Avete presente gli epici viaggi per il we lungo di Pasqua, dove tutta la nazione assieme si dirige all’unisono al mare, quasi fosse stato reso operativo un decreto presidenziale?

Durante quei viaggi avrete notato tutti che, sulle autostrade, in corrispondenza dei ponti, si sente la macchina fare tutump tutump… come se la strada fosse stata fatta con i lego.. – Ndr In realtà si chiamano giunti isostatici e servono per ammortizzare le deformazioni termiche del materiale ovvero fanno in modo che il ponte d’estate non salti in aria e d’inverno non cada giù..

Lasciando perdere le divagazioni tecniche, diciamo che il tempo in cui sviluppiamo la nostra vita – Ndr “interessante questo termine.. come la luce in una fotografia.. scusate oggi proprio non ce la faccio a non deviare– è come una strada fatta con i lego, mattoncini (frammenti) di una certa misura che sono uniti da “giunti magnetici” invisibili.

In questo panorama, noi (Osservatori) siamo i turisti alla guida della macchina (il nostro corpo) e la nostra velocità è abbastanza alta da non farci sentire le connessioni, come se volassimo a pochi centimetri da terra e la strada fosse tutta un unico pezzo.

Nella natura, i giunti invisibili sono porte che ci alzano e aprono il blocco rendendolo grande quanto uno schermo, ci fanno entrare nelle molecole dell’asfalto, dove scopriamo l’intero panorama di prima per poi uscire alla fine del blocco, prendere aria e rientrare in occasione del giunto successivo. Ci sono quindi migliaia di autostrade dentro l’autostrade e, come al cinema, con un certo ritmo di entrata-uscita non vediamo più le singole immagini ma il film intero, senza interruzioni.

Diciamo poi che questi schermi-immagine sono fatti da pixel, ovvero piccoli quadratini di una dimensione specifica, composti a loro volta da altri quadratini, sempre in proporzione ma ancora più piccoli e tutti assieme creano l’immagine. Questi sono distribuiti ovunque e si muovono in tutte le direzioni.

Alcuni, particolari, convergono diritti verso di noi, e di solito sono collocati nello schermo in basso (campi acquosi) altri, di solito nella parte alta, spingono in avanti (campi aerei). Quando nella nostra famosa via per il mare procediamo tranquilli, senza cambiare corsia, frenare o dover accelerare, le due aree hanno la stessa energia e ci danno una mano a procedere dritti e armonici, come lo slancio di una macchina che scende al mare (grazie inerzia!).

Ora, quando alcuni gruppi di pixel che magari hanno lo stesso colore si uniscono assieme o sono vicini, si generano forme, macchie visibili all’interno dello schermo.

Questi sono elementi chimici o materiali che,
se vengono verso di noi, sono liquidi,
se si allontanano, sono gas.

Se il movimento generato da questi pixel uniti, esce dal baricentro, come potrebbe fare per la macchina una gomma sgonfia, il campo tenderà a deviare dalla traiettoria ottimale, alcune parti dello schermo man mano non saranno più visibili e noi, per rimanere in strada, dovremo utilizzare energia tenendo sterzato il volante per andare diritti. Questi elementi sono gli inquinanti.

Non esistendo pneumatici e autogrill nel campo magnetico (almeno non lo ho ancora visti) ed essendo la strada in questione “elastica” noi, con un colore scelto bene, possiamo sbattere l’asfalto dal fondo muovendolo oltre l’altezza degli ‘schermi’, come un tappeto e fare in modo che lo sporco voli via e poi, con un pettine della misura giusta, andare avanti e indietro, orientando ciò che rimane.

Il colori quindi danno la tensione al tappeto e le geometrie incise sono il pettine: ecco quindi spiegato come funzionano gli strutturatori dell’acqua Walter e dell’aria Ehir.

Le spiraline del potere

Due piccoli bottoncini hanno fatto capolino sulla mia scrivania.. li osservo quasi sospettoso. Come fanno due oggetti così piccoli ad ottenere tutti i risultati di cui si parla?

Guardo meglio nel tentativo di scorgerne i meccanismi, di carpirne qualche segreto.

Un sottile filo nero di metallo avvolto a spirale da una parte e una rondellina dall’altra.  Il telefono suona, mi distraggo un attimo, giusto il tempo di fare due parole ed ecco, non trovo già più uno dei due miracolosi manufatti. Sudo sette camicie per le mie paure poi mi dico che alla fine, per quello che sono, costano poco e la disperazione viene meno. Fatto il pensiero magicamente riappare la dispersa, si era solo fatta un giro sul tavolo (probabilmente rispondendo l’ho spostata) ed era solo un po’ più in là.

Penso: “piccole così è meglio averne cura poiché in un attimo si perdono”. Decido quindi di non buttare il sacchettino con cui mi sono state consegnate e di utilizzarlo per riporle quando non le uso.

Ri-penso: “Stasera ho la partita di pallavolo e voglio proprio utilizzarle, così mi faccio la figura del campione anche se nell’ultimo mese non ho fatto nulla..” Dicono che applicate in alcune parti del corpo danno più energia e fanno saltare di più.

Mi ravvivo e rientro dai miei pensieri, tra poco devo uscire, se no farò tardi. 

Inizio le operazioni e cerco il cerotto da garza che avevo comprato tempo fa.. proprio giusto come consigliato: quello della 3M, il Micropore, dicevano che la colla usata, dava meno fastidi alla pelle e teneva i 3giorni necessari per la mia applicazione. Potrei usarle solo per la partita di stasera, ma se funzionano così come dicono chi le toglie più! 

Taglio quindi un primo strato di nastro, prendo la prima spiralina, taglio un secondo strato e faccio un sandwich ‘imbottito’ con la spirale

Mi accorgo che per quest’uso la spirale deve spingere energia nel corpo quindi deve essere posizionata con l’anello di metallo verso la pelle.. ovviamente ho sbagliato il lato adesivo del cerotto e mannag*… devo rifare tutto da capo. 

Rimanifesto il panino e… dove le metto? Ci sono tante posizioni utili.. i piedi, le anche… scelgo le spalle: appiccico il primo panino a destra, metà strada dal collo, nella zona morbida del trapezio e la seconda simmetrica.. sento subito un po’ di leggerezza alle spalle, ma nulla di particolare. 

Volo al Palasport dove i “nemici” della serata, sono già lì pronti che si scaldano con un tifo da stadio.. mi svincolo tra la folla e volo a cambiarmi.

Dopo 5 minuti sono in campo e inizio a correre, chiacchiero con i miei compagni e mi sento più sereno del solito (saranno i superpoteri delle spiraline), mi scaldo velocemente e inizio a palleggiare. Le spalle sono veramente leggere ma anche il corpo è più reattivo. Arriva il momento delle battute, di questo sono un maestro. Alzo la palla con un pizzico di effetto, la tocco preciso e forte come so fare e… la palla si schianta sul muro di fondo! Intendo: non la linea di fondo campo, proprio il muro di fondo, lasciando anche un bel segno sulla parete, con le righe del pallone. Ma come cavolo è possibile?? Dall’altra parte della rete già ridacchiano. Forte di tutto il mio fastidio, trovo finalmente il ritmo giusto e le nuove lunghezze.

Inizia la partita. Ho saltato come un grillo e sono riuscito a fare muri praticamente impossibili. Alla fine perdiamo, ma ci siamo divertiti e stranamente non sento la stanchezza. Vado a fare la doccia e.. dimentico le spiraline addosso. Me ne accorgo rivestendomi, controllo che sia tutto a posto e sembra nulla si sia rovinato, il cerotto ha tenuto e sento ancora leggerezza. Mi vesto rapidamente, vado tutto soddisfatto verso casa e uscendo dagli spogliatoi, imbacuccato per il freddo cane, passo di fianco alla curva avversaria, per l’occasione schierata davanti all’unica uscita. Due tifose dell’altra squadra parlottano allegre e dicono tra loro:”ma hai visto quello che quando schiacciava rimaneva per aria ore aspettando che la palla scendesse verso di lui?? Incredibile”. 

Questa volta ridacchio io con il mio segreto e leggero come appena riposato me ne esco. Magari dopo cena vado anche in discoteca.

Aggiunta di qualche giorno dopo: nei giorni successivi ho notato che il ricupero dalla stanchezza della partita è stato molto più rapido e praticamente zero acido lattico!  

Fiore dell’Acqua, il benessere a ogni sorso

L’acqua è da sempre considerata l’elemento della vita: densa di idrogeno, il risonatore magnetico per eccellenza, è un elemento fondamentale per la nostra salute e benessere.

Si potrebbe arrivare a dire che l’acqua è la batteria del tempo in materia ed in certo senso è vero perchè dal nostro punto di vista, il rapporto tra idrogeno e ossigeno ( che di per sè sono 8 idrogeni), definisce il ritmo con cui fluisce il tempo.

Inoltre è viva, al suo passaggio raccoglie e registra tutto quanto avviene nel suo cammino come un hard disk e lo ri-trasmette alle altre acque che incontra nel suo transito.

Come ogni elemento in materia, ha una sua frequenza vibratoria e il proprio modo di svilupparsi, cambiare ed evolvere. il modo è una frequenza e si mostra ciclo per ciclo con rapporti tra le forme, angoli reciprochi e rivoluzioni che riportate fedelmente su un piano generano una bellissima geometria che abbiamo chiamato il Fiore dell’Acqua.

Le geometrie naturali sono sempre dominanti rispetto a quelle in disequilibrio poichè vibrano assieme al contorno che ne dà forza. E’ possibile quindi sfruttare questa caratteristica per ripristinare la vibrazione originale dell’elemento, rendendolo puro.

Come si può utilizzare questo disco? Per poter strutturare la vostra acqua basterà appoggiare la caraffa o il vostro bicchiere (meglio se di vetro) sul disco per almeno 9 secondi e l’acqua contenuta sarà pronta per voi. Non esistono controindicazioni o limiti di tempo nel tenere l’acqua sopra sopra il disco.

Un piccolo accorgimento utile: acque fredde e molto minerali necessitano di più tempo per l’allineamento dei campi: in questo caso sarà sufficiente attendere di più prima di bere.

Disco Ego e frequenza personale

Tutti sappiamo che all’interno di un qualsiasi prodotto di cui facciamo uso, strato per strato, coesistono tutti i pensieri e le vibrazioni di chi l’ha creato e di tutti gli eventi che l’elemento ha vissuto nel suo percorso.

Sarebbe bello avere il tempo di coltivare personalmente il proprio cibo e le proprie bevande, oppure prodursi direttamente le creme e i saponi che utilizziamo, ma la società attuale impone ritmi che non permettono di farlo.

Il Disco Ego usa una tecnologia che lavora sui feni magnetici, ovvero l’impronta magnetica specifica della persona, con cui possiamo registrare le nostre caratteristiche su una superficie e ridistribuirle su tutto ciò che viene posto sopra, avendo quindi lo stesso effetto che avremmo se fosse stato sviluppato e prodotto direttamente.

Il suo utilizzo è facile! Per poter strutturare cibi, bevande o prodotti per la cura personale è necessario innanzitutto registrare il vostro fene sulla superficie: questo avviene posizionando un qualsiasi dito della mano sul foro centrale per nove secondi: una volta terminata questa semplice procedura il vostro disco sarà pronto per l’uso. La registrazione del fene personale perdura nel tempo e non è necessario ripeterla. Se lo usate in famiglia potrete ripetere la procedura con ogni membro o ospite e il disco registrerà e riconoscerà il fene di ognuno. Una volta terminata la registrazione sarà poi sufficiente posizionare il piatto o il vostro bicchiere al centro del disco, lato dorato, per tre secondi e questo ne acquisirà la struttura specifica di chi l’ha appoggiato.

Alcuni elementi, solitamente i più lavorati oppure freddi sono più lenti nell’adattamento: in questo caso, una volta passato l’elemento sul disco, basterà attendere di più prima di assaggiarlo, non sarà necessario altro.

Un consiglio: provatelo con lo shampoo e vedrete che differenze!

Le esperienze alimentari con le Geometrie del Gusto

Come abbiamo imparato, TUTTO CIO’ CHE E’ nasce dalla relazione che instauriamo con ciò che osserviamo, in attesa di farne esperienza. Questo avviene a vari livelli, dall’onda più sottile e impercettibile, alla più marcata e materiale.

In quanto esseri dotati di libero arbitrio, abbiamo la possibilità di modificare il nostro atteggiamento, il modo in cui noi affrontiamo l’esperienza nei confronti di quanto osservato.

Questo vale anche per il cibo e le bevande.

Le stesse allergie ed intolleranze, alla fine, possono essere considerate la reazione della materia per spingere via gli elementi di sovraccarico e ripristinare un nostro equilibrio.

Il disco le Geometre del Gusto permette di scegliere il nostro atteggiamento tra alcuni campi vibrazionali propri della Natura (in pieno equilibrio rispetto al sistema in cui viviamo) e, di conseguenza, cambiare il modo con cui assorbiamo le informazioni dell’elemento appoggiato sopra.

Il risultato? Lo stesso cibo o bevanda cambierà il proprio modo di comunicare con i nostri sensi e l’esperienza, partendo dalla stessa base, sarà ogni volta diversa, più piena ed appagante.

E quando avrete finito di provare tutte le singole geometrie potrete aggiungerne in sequenza altre in modo da creare movimenti composti sempre più ricchi e raffinati, rendendo l’assaggio un campo la cui fine è limitata dalla vostra volontà di cambiamento.

ah… quasi dimenticavo: anche i nostri amici animali, molto più aperti e sensibili di noi, adorano usare le Geometrie con la loro pappa che diventerà più nutriente e digeribile!

Come utilizzarlo? Per poter strutturare i vostri cibi e bevande con le geometrie del disco sarà sufficiente appoggiare il vostro piatto pieno o il vostro bicchiere su una specifica geometria per 3 secondi e il contenuto sarà strutturato e pronto per essere assaggiato. 

Qualora, per un uso quotidiano, vogliate invece renderlo equilibrato secondo le tutte le principali frequenze di natura, basterà posizionare il piatto di portata direttamente sulla geometria centrale e lasciarlo per tre secondi. 

Un accorgimento: alcuni cibi, solitamente i più lavorati oppure i più freddi, quindi più resistenti, necessitano di un tempo maggiore per l’allineamento alle frequenze naturali: in questo caso, una volta passato l’elemento sul disco, basterà attendere di più prima di assaggiarlo.


Video disponibili sul canale youtube:
Introduttivo descrittivo | Serata di domande e risposte

Approfondimento LINEA-K

Tutte le lampade della linea KAPPA sono  “Frequency ready”:
Con la tipologia di campi magnetici emessi dalla lampada e le vibrazioni condotte dalle sue geometrie, sono disponibili diversi programmi di frequenza accoppiabili con cui possiamo ampliare il raggio di interazione di questo meraviglioso strumento.
Per conoscere l’elenco di tutti programmi disponibili visita la pagina programmi disponibili.

Con la Linea K è stata data massima attenzione all’aspetto vibratorio e magnetico di tutte le sue componenti in modo che potessero lavorare in maniera omogenea e lineare, ovvero senza distorcere le frequenze caratteristiche o quelle diffuse tramite programma:

Plexiglass
Come materiale specifico è stato scelto il plexiglas perché nella sua costituzione chimica contiene carbonio, elemento tipico di questo piano vibratorio e idrogeno sorgente vibratorie magnetica primaria, insieme elementi oscillanti “perfetti“.

Rame nero
Tutti gli elementi di diffusione e trasmissione delle frequenze sono in rame nero ovvero rame che attraverso una lavorazione speciale ha acquisito la caratteristica di super conduttore di campi magnetici a temperatura ambiente.
Geometrie assiali
Le proporzioni geometriche di forma, larghezza, altezza e spaziatura dei vari elementi

Incisioni
Le geometrie incise nel plexiglas che ricordano quelle sacre antiche. Sono specifiche e studiate in modo da condurre all’interno dei solchi nelle superfici come guide d’onda, le onde vibratorie e metterle in risonanza, diffondendo così l’onda primaria caratteristica dello strumento.

Luce
La luce rappresenta l’interazione di due campi magnetici monopolari che viaggiano nella stessa direzione. Il colore espresso indica la velocità di diffusione risultante dall’interazione delle due sorgenti, dipende dall’angolo e dalla quantità di particelle presenti nel campo finale che ne definisce la densità. Ad esempio il rosso è un campo più denso e magneticamente più lento, il blu è un campo meno denso e più veloce.
Ogni apparecchio è studiato per lavorare su specifiche aree ed i colori sono utilizzati per aumentare il campo in quello spazio.

Aria
Gli elementi naturali sono campi diamagnetici che, in progressione di capacità, acquisiscono forza e caratteristiche specifiche: la terra è un campo magnetico statico, così come l’acqua è dinamico mono-direzionale.
L’utilizzo sapiente e condotto dell’aria permette di diffondere migliorare esponenzialmente gli effetti dell’apparecchio.

Campi magnetici
Il posizionamento, dimensionamento relativo, orientamento e la spaziatura nella specifica geometria permettono di creare il principale campo plasmatico risonante all’interno dello strumento che poi viene condotto nelle zone di lavorazione tramite i programmi e le geometrie.

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