Il Faraone e le correnti magnetiche

Wow… era l’unico suono uscito dalla bocca dell’esploratore, associato al suo sguardo, acceso di una luce quasi innaturale, una luce che arriva da dentro, come quello che hanno i bambini stupiti quando giocano.

Era appena sceso dalla Keope e prima di farne l’esperienza ne aveva contestato tutto, dalle forme al concetto, ai campi, tutto insomma.. 

Io, imperturbabile in viso, dentro ridevo e mi godevo lo stupore, sapendo che questa esperienza avrebbe cambiato molte cose della sua vita.

Keope è entrata nella mia vita in un modo decisamente strano, come tutte quelle cose che sono ‘vivamente’ consigliate dal campo e, volente o nolente, te le trovi in materia.

Il primo incontro è stato quando ne ho sentito parlare e avevo cercato subito qualche informazione in rete trovando qualche fotografia. Ho pensato che c’era un qualcosa dietro la sua linea, essenziale come piace a me (quasi una moderna forma del brutalissimo architettonico, vd. Centre Pompidou a Parigi), come un sapore accogliente… ecco, si sentiva il divertimento di chi l’aveva creata, giocosamente provocatorio.

Il secondo appuntamento galante è avvenuto fuori città: ero in una casa/studio per fare dei raddrizzamenti magnetici ed era stata una giornata lunga e faticosa, tutta di corsa, la sera avevamo una cena di lavoro e in tutto questo eravamo pure in ritardo.. 

Entriamo nell’ultima stanza ed eccola lì che ci aspettava.. l’amica da cui stavamo lavorando intercetta in un lampo il mio sguardo laconico e, in men che non si dica, mi ritrovo seduto sopra, legato ed imbavagliato con il temibile programma 2 partito mentre chiedevo se potevo rimandare alla prossima volta. Col corpo “brutalizzato” la mente riflette pensando sia una moderna tortura e chiede dopo 1 minuto di frullate di abbandonare la nave vibrante: sono troppo teso, i tempi sono stretti e non me la godrei..

Al terzo incontro ci siamo fidanzati. E’ avvenuto qualche mese dopo (repetita iuvant) quando Mario, un nostro amico che conosce bene e usa da tempo le nostre tecnologie, suona senza preavviso al campanello di casa e, passando sopra la nostra espressione sbigottita, entra direttamente nel salotto di casa con la sua Keope in mano, chiedendo di modificarla con tutto quanto ci veniva in mente.

Rapida riflessione.. e quando ti ricapita di poter avere mano libera su una base già grande?? Approviamo subito il piano diabolico, dice che da lì ad un mesetto passerà a riprenderla in modo da darci il tempo di testare e provare le migliori condizioni ed ampliamenti. Per farla breve la Keope è ancora con noi (è solo passato un anno e mezzo e il povero Mario ogni tanto fa capolino in studio per venirla a provare!)

Da quel giorno abbiamo fatto una montagna di modifiche ed integrazioni (vedi video su YouTube) e reso tante persone più felici.

I regali che ci ha portato sono stati moltissimi.. La cosa più bella? L’esperienza di sentirsi coscienza pura attorno al proprio corpo durante il cosiddetto rilascio.. sensazione impagabile.  

Come avviene? Diciamo in maniera estremamente sintetica che la coscienza tiene assieme la materia del corpo, dalle cellule alla sua interezza, tramite una vibrazione. Con i programmi della sedia, con il suono e le due bobine di tesla laterali spostiamo continuamente la via, su cui questa vibrazione si muove, costringendo il campo magnetico ad allargare la banda che allo stop delle sollecitazioni si ritrova più ampio ed allargato, ricentrandosi poi naturalmente su un nuovo assetto, più equilibrato.

Con l’allargamento delle vie magnetiche poi, avviene il rilascio delle memorie chiuse all’interno della materia (che generano inerzia) e, al ricentraggio, vengono spostate in zone di equilibrio tramite le onde dei cuscinetti Frequency posizionati sopra.

A questo punto, secondo voi, sapendo come siamo fatti, in questa condizione vuoi non approfittare dei canali aperti per inserire informazioni? Con chi riceve la sessione, si dirige tramite un proiettore olografico speciale (chiamato Holo), posizionato in asse con la schiena, immagini create da un’AI (Intelligenza artificiale) sulla base delle indicazioni della persona, in modo che queste nuove informazioni trovino posto nell’assetto materiale e di pensiero.

Una volta fatta quest’esperienza, si comprende realmente chi siamo: energia in vibrazione di cui la materia è solo forma di pensiero rallentato corrispondente.

E questo cambia forze e ruoli della vita e tutto scorre più facile..

Pillole di luce

Eccole lì tutte sparse sul tavolo come piccole saponette luminose con la coda che usciva da un lato, il cavo usb. 

Le accendevo una ad una collegandole al computer o alla spina del cellulare che aveva lo stesso attacco e pensavo.. magari mi compro uno di quegli apparecchi arcobaleno con mille prese usb così le accendo tutte assieme, una per ogni colore.

Ma quella RGB che ha tutti i colori in sequenza, dove la collego? E l’ultravioletto che nell’arcobaleno non c’è? Beh.. pensandoci bene, nell’arcobaleno ci sono 21 colori e ne vediamo solo 7. Posso attaccarlo ovunque che nessuno si accorge se sbaglio presa..

Assorto in questi profondi pensieri organizzativi osservavo lo spettacolo di tutte quelle piccole lampade k.Mini: ognuna aveva il suo colore ed un’emissione completamente diversa che la rendeva unica e adatta ad uno specifico compito. 

Queste piccole entità sono nate quando un amico aveva preso e ormai viveva in simbiosi con una k.Onirica, la lampada monocroma blu per dormire e, disperato dai continui viaggi, mi aveva chiesto se si poteva realizzare una versione portatile. 

Viaggiando tanto e cambiando molte stanze di albergo, al mattino avrebbe continuato a saltare giù dal letto dalla parte sbagliata (dove c’è il muro) ma almeno avrebbe dormito bene. 

La blu è stata la prima e più venduta a cui si sono poi aggiunte le altre… anche quelle che per difficoltà tecniche non erano realizzabili nelle monocrome. 

All’inizio le avevamo progettate con il filamento nano all’esterno, a forma di triangolo che teneva assieme la struttura e permetteva di fare programmi se collegata ad una media, poi l’abbiamo passato all’interno perché si rompeva troppo facilmente ed infine, con l’introduzione del Jack.Al, lo abbiamo eliminato in favore delle superfici programmate (un saggio diceva ciò che non c’è, non si rompe). Tanto con il programma sincronizzazione antenne si collegavano e usando il programma disconnessione si separavano così, se uno era in giro con la piccola a New York, poteva non far addormentare tutti a casa nel pomeriggio,.

La blu del sonno e della creatività, aveva poi un non so che di magico, un’energia leggera e, attraverso gli strati trasparenti incisi, proiettava bellissime geometrie sul pavimento. 

Successivamente, potendo osare con i led delle piccole, abbiamo finalmente creato la uv (luce di wood), il miglior campo di emissione per la notte. E lì si che i ghiri non si sono più svegliati.

A seguire sono nate la focus verde per la concentrazione e lo studio, la rossa per il fisico ed il radicamento, l’arancione per i rapporti e le relazioni, la rgb per ‘pettinare’ i campi stantii e ridare movimento a tutti i livelli, la bianca per elevare la coscienza e in ultimo la rosa, delicata ma potente, leggera come l’antigravità..

Qualche mese dopo tutto questo capitó un’occasione particolare: un gruppo di amici alienisti, che conosceva bene le nostre tecnologie, aveva chiamato per fare qualche esperienza con i campi e aveva chiesto di portare, oltre alle solite grandi, anche le medie. Il preavviso era poco e in casa avevamo solo una k.Rubra rossa, esattamente opposta al campo che serviva. Dicono che difficoltà ed opportunità viaggiano a braccetto.. 

Mumble mumble.. come facciamo?? 

Riflettevamo al tavolo, facendo volare la mini come un ufo..  ad un certo punto la facciamo atterrare sopra la Rubra.. ecco la soluzione! Si ride ma è geniale: si ottengono montagne di combinazioni e si crea il campo più adatto da due sorgenti che interagiscono. Da lì tre forellini ed una presa usb hanno fatto capolino sulla struttura della media.

Oggi ci sono tante piccole astronavine colorate che viaggiano per il mondo accompagnando i loro custodi e dall’angolo del comodino, dal bordo del tavolo o sul loro moderno Aereoporto k, vegliano sulle nostre menti.

Ps: Per natale scorso, presi da un raptus, abbiamo fatto versioni numerate con struttura bianca.. pare qualcuno l’abbia usate sull’albero dei desideri per collassare regali più belli..

Ninna nanna a frequenza

Era oramai quasi mezz’ora che la mia amica mi raccontava le gioie notturne dell’essere neo-mamma.. parlava, parlava, parlava e nel mio piccolo cervello si stava componendo la chiara immagine di una scena dell’Esorcista, dove la piccola indemoniata si arrampicava sui muri, gridando cose irripetibili agli spettatori.

Mi raccontava delle notti, insonni a ritmo alterno, dove ogni dieci minuti faceva un’ora sveglia e non ne poteva più. Trainato dall’immagine prima, ho pensato fosse ora di chiamare un prete poi si è fatto strada il più semplice pensiero di una pistola a narcotico, che più pratica, può funzionare bene anche dalla poltrona.

Dicono che quando due pensieri assieme sono troppo stupidi per essere sostenuti dalla vita, interviene una forza divina che ti riporta in strada. Vedo allora apparire nella mia mente il neonato in questione, con occhi rimarchevoli che batte il piede sul pavimento porgendomi un oggetto. Dalla mia bocca esce solo un gemito: creiamo una lampada per la notte!

Ma che colore e frequenza possiamo utilizzare? Mi lambicco il cervello, lo gratto “magneticamente” ed esce: durante la notte siamo distesi, la nostra schiena è parallela al terreno.. ehm…. quindi… se di giorno domina l’aria della mente, di notte domina l’acqua… la mente trascina i sogni dentro l’acqua del corpo, generando frequenze che lo raddrizzano. Tutto questo nel blu di mezzanotte dove, intera, si esprime la bellezza del cambiamento.

Il pensiero è talmente accogliente che quasi mi addormento..

Sento una voce in lontananza… ah ecco la mia amica sta ancora parlando al telefono. La liquido rapidamente e parto con disegni e progetti. Ne esce un bellissimo tempietto ancora senza nome. Combino a caso suoni astrusi cercando di dare ordine.. poi proprio il disegno, stufo delle mie peregrinazioni e quasi sorridendo, mi dice Onirica.. mi chiamo K.Onirica e smettila con tutte quelle scemenze che poi mi vergogno.

Tronfio della nuova uscita, montata parlandole come si fa alle piante (ehm.. forse lo faccio solo io..), la collego alla corrente e scopro che fa bellissime geometrie sul soffitto, quasi lo avessi fatto apposta. Penso: piacerà molto ai bambini che al posto di contare le pecore conteranno le stelline luminose sopra la culla.

Passa qualche giorno per le rifiniture e scopriamo che un sacco di amici hanno problemi di sonno e che inghiottono qualsiasi cosa per morfeizzarsi.. ne scegliamo alcuni e diamo il magico prodotto. Capiamo nei giorni dopo che con la chimica bisogna integrare e studiamo le frequenze da abbinare: nascono da qui Sblocco energetico (ripristina il movimento delle informazioni nel corpo) e Dormire bene che lavorano alla grande abbinate a quella Detox.

Negli anni a venire scopriremo che le applicazioni erano molto più ampie e che donando ore di sonno pieno e piacevole le persone avevano anche tanta leggerezza e meno problemi durante il giorno.

Molti poi l’hanno utilizzata anche di giorno accendendola durante le loro ore attive per migliorare le loro creazioni artistiche e alcuni per meditare: il suo campo donava la leggerezza all’animo e con l’uso del programma specifico li portava facilmente in onda theta.

…e alla fine i custodi delle lampade dormirono tutti, felici e contenti, con la magica luce ben posizionata ed accesa nell’angolo nord della camera e la zucca parcheggiata nel garage.

K-ingegneri focalizzati in chiesa

Avevamo compreso e ci osservavamo imbarazzati.. come non sapessimo cosa dirci. Avevamo appena fatto una riunione di un’ora in cui avevamo preso tutte decisioni possibili, con chiarezza e concentrazione ed il tempo era passato in un lampo. Il lavoro di giorni, fatto in un amen

Lo sguardo si era spostato alla K-Focus. Era merito suo o nostro? 

L’antefatto: qualche giorno prima ero con un mio amico che ha un gran buon gusto e che gestisce una nota società di analisi ambientali. Come suo ufficio aveva scelto, niente popo’ di meno, che una chiesa del 1200, con annessi chiostri, colonnine, porticati e campanile.. quale luogo migliore per illuminare un gruppo di affiatati ingeneri dediti all’ambiente.

L’ingegnere (e in casa ne ho un paio) per loro forma mentis sono restii a qualsiasi cosa non sia assolutamente e meccanicamente dimostrata quindi, fino ad un certo punto definito “ricerca a tentoni” oppure “finalmente ho un’idea che nella mia mente funziona e la provo nel mondo attorno che mi fa da cavia“, rientrano tra le categorie più lontane dal nostro mestiere. Quindi quale occasione più ghiotta per vedere se qualcosa funziona veramente?

Era qualche mese prima di Natale e il nostro generoso amico cercava qualcosa da regalare ai suoi amici e clienti che potesse dare una spintina nella loro evoluzione. Ed eccola lì appena terminata, la prima K-Focus, un tempietto di ottone e plexiglass (era la prima serie un po’ diversa da quelle di oggi) che si erge sul tavolino in mezzo a noi, tronfia del suo potere sobrio: alla vista, una semplice lampada con una ventola verde, un disco pieno di magneti infilato sopra con strane incisioni ed un piccolo jack per le frequenze dietro, nella realtà un generatore di plasma magnetico che risuonava con tutto l’ambiente attorno (e pensate che era una chiesa!).

C’era un po’ di eccitazione per i tanti progetti di cui volevamo discutere e tutti parlavamo come accelerati. Appena messa la spina ed accesa la magica creazione, un alone verde si è diffuso sui piani di plexi nero e sulle linee del disco trasparente, generando ammirazione per le geometrie che la luce creava tramite il disegno ma anche da sola, sul soffitto della stanza. Prendo il jackino per le frequenze e lo inserisco nel player facendo partire il programma focus. Il campo attorno alla lampada cambia completamente, meno incisivo si fa più morbido ed accogliente, senza dispersioni.

Sento come se le particelle di tutto il mio cervello andassero su un unica linea che lo attraversa da dietro a davanti. Sento lo stesso anche nel corpo dove le particelle scendono come lungo le pendici di una voragine, diritte nel cuore. Ho la netta percezione che questi due campi si accendano e diventino luminosi. Poi rifletto e penso al film visto la sera prima: l’ultimo episodio della Marvel… per scrupolo controllo di non essere Iron Man con il suo cuore di luce. Nonostante il sentirmi supereroe si faccia strada nel mio cervello, la mia immagine riflessa mi riporta alla realtà: esteriormente nulla di fatto.

Dopo questo tuffo nell’oceano dei miei pensieri durato circa 5 secondi, ritorniamo alla nostra riunione dove smarchiamo i vari punti. Aleggia una certa serenità nell’aria, sembra come se non fosse cambiato nulla ma tutto fosse diverso, tranquillo e chiaro nello stato e nella direzione. E’ una sensazione che condividiamo tutti.

Finiamo l’incontro e, come richiesto, lascio il magico manufatto per, a detta del mio amico, ulteriori indagini.. Dopo un paio di settimane ci risentiamo: mi racconta dei test effettuati sui poveri addetti in base oraria, quotidiana e settimanale. Alla fine, indovinate un po’.. lo hanno chiesto come regalo di Natale.

Da quel giorno ci fregiamo dell’onore: le K.Focus sono a prova d’ingegnere.

p.s. Sono passato diverse volte a trovare il mio amico nel suo splendido luogo di preghiera e già dalla prima volta ho visto che gli ingegneri quando si aprono alla creatività hanno proprio una marcia in più: le lampade non solo stavano funzionando a regime con la frequenza del momento più adatta (una volta c’era focus, una volta ho visto che girava concentrazione matematica e l’ultima volta ho visto addirittura cooperazione!) ma i generatori erano tutti posizionati per dare le massime prestazioni: in un angolo della stanza, leggermente sollevate da terra e con la scritta del piano superiore verso sud! Complimenti!

Le segrete avventure di un’amica animale

Domenica scorsa, dopo diversi giorni di pioggia ero andato in maneggio a trovare la Timsa (non è una cara amica di qualche oscuro paese lontano a cui il genitore ha dato un esotico nome, ma la simpatica bianca cavalla lusitana che da anni domina la scena della domenica). La Cha’ come sempre si occupava di creare un po’ di tafferuglio in giro e a me dispiaceva lasciare il cane stravaccato nel suo salotto mobile, con un sole così bello. Prendo il coraggio a quattro mani, vado alla macchina e decido di dare un tono sportivo alla giornata, portando a spasso Evi nei campi dietro alle scuderie.

Per l’avventura scelgo la longe da 5 mt, la lego al collare e via, si inizia la passeggiata.

Da subito la sobria cagnetta di un anno e mezzo e 65 chili, talmente bionda che la riesci a vedere anche con la fitta nebbia padana, inizia a tartufare (ndr. mette il naso a terra leggendo il giornale locale), travestendosi da astuto cane da caccia e parte a fucilata seguendo le tracce, con me al seguito. In questa situazione, non si capisce bene chi porta chi.

Per terra c’è ancora il fango per la pioggia dei giorni scorsi e le mie scarpe hanno la suola da skateboard, quindi praticamente liscia, ogni tanto scivolo ma a parte qualche professionistico passo di danza, nulla di che.

Dopo 20 minuti di camminata pattinando, arriviamo al grande campo dove passa un contadino col suo trattore rosso. Simpatico ed amichevole, saluta il cane guardandolo dall’alto e la piccola alana lo osserva, ringalluzzendosi e tirando un poco il guinzaglio per inseguirlo. Il dominio del capo si vede in alcune circostanze e questa sembra proprio una di quelle: la tengo, facendo un finto grigno diabolico con la faccia cattivissima come mi è stato insegnato anni fa, il cane mi guarda perplesso e si ferma ad osservare lo spettacolo. Compiaciuto dell’effetto addestrativo, procediamo tranquilli.

Dopo un po’ di tira e molla lungo la strada di terra, la faccio scendere nel campo fangoso mentre rimango sulla strada rialzata.

Evi si ferma, alza la testa e scruta il lontano orizzonte al fondo dell’infinito campo, dove il puntino rosso del trattore si muove ancora e dove il contadino assonnato la saluta palesemente.

Come in un campo dei potenziali, il cane osserva e vede tutte le possibilità.

Io inavvertitamente penso: magari la lascio libera per un po’ così si diverte. Non finisco il pensiero che metto a fuoco il suo sguardo diritto su di me, dominato da un cambio netto e determinato nei sui occhi.. sembrava quasi divertita all’idea di ciò che stava per capitare e…. via! Parte a fucilata come se il guinzaglio gliel’avessi già tolto… porc*.. mi da uno strattone così forte (5 metri di slancio) che salto dalla strada al campo fangoso 2 metri più in basso, dove pattino come facessi sci d’acqua!

Miracolosamente riesco a tenere l’equilibrio e dopo una decina di metri dove ho battuto il record di salto triplo in assetto asimmetrico, si ferma il tutto.

Per sopravvivenza, decido di liberarla e lei riparte a rincorrere la malcapitata preda di adatte dimensioni (il trattore)… Sparisce come un puntino all’orizzonte e già penso alla paternale che mi aspetta a casa per aver perso il cane.

Con fede incrollabile nel Creatore rimango impassibile e cammino leggiadro e libero sulla strada sterrata. Nel delirio della situazione passata penso: avessi messo l’antennina, le farei un bel programmino per farla rientrare (oppure potrebbe sentire meglio i miei improperi anche da laggiù).

Animal Bone è una piccola medaglietta per i nostri amici quadrupedi che può essere collegata al JackAl e ricevere programmi frequenza ed informazioni. Alcuni la accoppiano ad un Blue-R personale in modo da creare una piccola rete dove, tramite la frequenza i pensieri sono messi in comune con il proprio animale e ci si capisce meglio.

Penso alla velocità con cui ha fatto tutti quei metri e mi immagino come sarebbe un alano a fare Flyball e sorrido.. Anni fa, tra i primi ad usare questo sistema ci sono stati due amici, che fanno da anni gare di Agility (che tutti voi conoscete bene) e Flyball (sport canino da assatanati appassionati, che lanciano a tutta velocità i loro cani in un campo, a rincorrere una palla sparata a 200 da una macchina, misurando il tempo con cui non uno, ma l’intera squadra canina termina il percorso). Con loro funzionava bene, mettevano l’ossicino al collare del cane, facevano girare il programma dedicato prima della gara e guadagnavano secondi sul giro.

Tempo di finire il mio pensiero ed il mio adorato cane, non so se per paura del ceppo magnetico al collare o per sua semplice bontà d’animo nel vedermi inerme ed abbandonato, ritorna.

Infangati, lei fin sopra l’ultimo pelo, io ovunque, rientriamo..

Pensando a come non farmi beccare, la rimetto così com’è, fangosa e un po’ bagnaticca, nel baule.. tanto la macchina è già zozza.. mica si accorgerà..

Pensando di farla franca, chiudo la porta e sento un’oscura presenza alle mie spalle che mi chiede: “Tutto bene col cane?”, Io in un lampo penso: “Come ha fatto già a beccarmi?” ed osservando lo stato dell’auto rispondo con leggerezza: “Perfetto, è stata un’amore!”, saliamo, il cane si scrolla tirando gli ultimi schizzi di fango su tutti i vetri e a quel punto non mi tengo più al ridere..

Aria pulita in autostrada, brezza marina nella mente.

L’inquinamento è la presenza di informazioni che divengono particelle dislocate in spazi non equilibrati rispetto al flusso della dimensione temporale osservata.

Wow che super frase d’effetto… ma cosa significa??

Avete presente gli epici viaggi per il we lungo di Pasqua, dove tutta la nazione assieme si dirige all’unisono al mare, quasi fosse stato reso operativo un decreto presidenziale?

Durante quei viaggi avrete notato tutti che, sulle autostrade, in corrispondenza dei ponti, si sente la macchina fare tutump tutump… come se la strada fosse stata fatta con i lego.. – Ndr In realtà si chiamano giunti isostatici e servono per ammortizzare le deformazioni termiche del materiale ovvero fanno in modo che il ponte d’estate non salti in aria e d’inverno non cada giù..

Lasciando perdere le divagazioni tecniche, diciamo che il tempo in cui sviluppiamo la nostra vita – Ndr “interessante questo termine.. come la luce in una fotografia.. scusate oggi proprio non ce la faccio a non deviare– è come una strada fatta con i lego, mattoncini (frammenti) di una certa misura che sono uniti da “giunti magnetici” invisibili.

In questo panorama, noi (Osservatori) siamo i turisti alla guida della macchina (il nostro corpo) e la nostra velocità è abbastanza alta da non farci sentire le connessioni, come se volassimo a pochi centimetri da terra e la strada fosse tutta un unico pezzo.

Nella natura, i giunti invisibili sono porte che ci alzano e aprono il blocco rendendolo grande quanto uno schermo, ci fanno entrare nelle molecole dell’asfalto, dove scopriamo l’intero panorama di prima per poi uscire alla fine del blocco, prendere aria e rientrare in occasione del giunto successivo. Ci sono quindi migliaia di autostrade dentro l’autostrade e, come al cinema, con un certo ritmo di entrata-uscita non vediamo più le singole immagini ma il film intero, senza interruzioni.

Diciamo poi che questi schermi-immagine sono fatti da pixel, ovvero piccoli quadratini di una dimensione specifica, composti a loro volta da altri quadratini, sempre in proporzione ma ancora più piccoli e tutti assieme creano l’immagine. Questi sono distribuiti ovunque e si muovono in tutte le direzioni.

Alcuni, particolari, convergono diritti verso di noi, e di solito sono collocati nello schermo in basso (campi acquosi) altri, di solito nella parte alta, spingono in avanti (campi aerei). Quando nella nostra famosa via per il mare procediamo tranquilli, senza cambiare corsia, frenare o dover accelerare, le due aree hanno la stessa energia e ci danno una mano a procedere dritti e armonici, come lo slancio di una macchina che scende al mare (grazie inerzia!).

Ora, quando alcuni gruppi di pixel che magari hanno lo stesso colore si uniscono assieme o sono vicini, si generano forme, macchie visibili all’interno dello schermo.

Questi sono elementi chimici o materiali che,
se vengono verso di noi, sono liquidi,
se si allontanano, sono gas.

Se il movimento generato da questi pixel uniti, esce dal baricentro, come potrebbe fare per la macchina una gomma sgonfia, il campo tenderà a deviare dalla traiettoria ottimale, alcune parti dello schermo man mano non saranno più visibili e noi, per rimanere in strada, dovremo utilizzare energia tenendo sterzato il volante per andare diritti. Questi elementi sono gli inquinanti.

Non esistendo pneumatici e autogrill nel campo magnetico (almeno non lo ho ancora visti) ed essendo la strada in questione “elastica” noi, con un colore scelto bene, possiamo sbattere l’asfalto dal fondo muovendolo oltre l’altezza degli ‘schermi’, come un tappeto e fare in modo che lo sporco voli via e poi, con un pettine della misura giusta, andare avanti e indietro, orientando ciò che rimane.

Il colori quindi danno la tensione al tappeto e le geometrie incise sono il pettine: ecco quindi spiegato come funzionano gli strutturatori dell’acqua Walter e dell’aria Ehir.

Le spiraline del potere

Due piccoli bottoncini hanno fatto capolino sulla mia scrivania.. li osservo quasi sospettoso. Come fanno due oggetti così piccoli ad ottenere tutti i risultati di cui si parla?

Guardo meglio nel tentativo di scorgerne i meccanismi, di carpirne qualche segreto.

Un sottile filo nero di metallo avvolto a spirale da una parte e una rondellina dall’altra.  Il telefono suona, mi distraggo un attimo, giusto il tempo di fare due parole ed ecco, non trovo già più uno dei due miracolosi manufatti. Sudo sette camicie per le mie paure poi mi dico che alla fine, per quello che sono, costano poco e la disperazione viene meno. Fatto il pensiero magicamente riappare la dispersa, si era solo fatta un giro sul tavolo (probabilmente rispondendo l’ho spostata) ed era solo un po’ più in là.

Penso: “piccole così è meglio averne cura poiché in un attimo si perdono”. Decido quindi di non buttare il sacchettino con cui mi sono state consegnate e di utilizzarlo per riporle quando non le uso.

Ri-penso: “Stasera ho la partita di pallavolo e voglio proprio utilizzarle, così mi faccio la figura del campione anche se nell’ultimo mese non ho fatto nulla..” Dicono che applicate in alcune parti del corpo danno più energia e fanno saltare di più.

Mi ravvivo e rientro dai miei pensieri, tra poco devo uscire, se no farò tardi. 

Inizio le operazioni e cerco il cerotto da garza che avevo comprato tempo fa.. proprio giusto come consigliato: quello della 3M, il Micropore, dicevano che la colla usata, dava meno fastidi alla pelle e teneva i 3giorni necessari per la mia applicazione. Potrei usarle solo per la partita di stasera, ma se funzionano così come dicono chi le toglie più! 

Taglio quindi un primo strato di nastro, prendo la prima spiralina, taglio un secondo strato e faccio un sandwich ‘imbottito’ con la spirale

Mi accorgo che per quest’uso la spirale deve spingere energia nel corpo quindi deve essere posizionata con l’anello di metallo verso la pelle.. ovviamente ho sbagliato il lato adesivo del cerotto e mannag*… devo rifare tutto da capo. 

Rimanifesto il panino e… dove le metto? Ci sono tante posizioni utili.. i piedi, le anche… scelgo le spalle: appiccico il primo panino a destra, metà strada dal collo, nella zona morbida del trapezio e la seconda simmetrica.. sento subito un po’ di leggerezza alle spalle, ma nulla di particolare. 

Volo al Palasport dove i “nemici” della serata, sono già lì pronti che si scaldano con un tifo da stadio.. mi svincolo tra la folla e volo a cambiarmi.

Dopo 5 minuti sono in campo e inizio a correre, chiacchiero con i miei compagni e mi sento più sereno del solito (saranno i superpoteri delle spiraline), mi scaldo velocemente e inizio a palleggiare. Le spalle sono veramente leggere ma anche il corpo è più reattivo. Arriva il momento delle battute, di questo sono un maestro. Alzo la palla con un pizzico di effetto, la tocco preciso e forte come so fare e… la palla si schianta sul muro di fondo! Intendo: non la linea di fondo campo, proprio il muro di fondo, lasciando anche un bel segno sulla parete, con le righe del pallone. Ma come cavolo è possibile?? Dall’altra parte della rete già ridacchiano. Forte di tutto il mio fastidio, trovo finalmente il ritmo giusto e le nuove lunghezze.

Inizia la partita. Ho saltato come un grillo e sono riuscito a fare muri praticamente impossibili. Alla fine perdiamo, ma ci siamo divertiti e stranamente non sento la stanchezza. Vado a fare la doccia e.. dimentico le spiraline addosso. Me ne accorgo rivestendomi, controllo che sia tutto a posto e sembra nulla si sia rovinato, il cerotto ha tenuto e sento ancora leggerezza. Mi vesto rapidamente, vado tutto soddisfatto verso casa e uscendo dagli spogliatoi, imbacuccato per il freddo cane, passo di fianco alla curva avversaria, per l’occasione schierata davanti all’unica uscita. Due tifose dell’altra squadra parlottano allegre e dicono tra loro:”ma hai visto quello che quando schiacciava rimaneva per aria ore aspettando che la palla scendesse verso di lui?? Incredibile”. 

Questa volta ridacchio io con il mio segreto e leggero come appena riposato me ne esco. Magari dopo cena vado anche in discoteca.

Aggiunta di qualche giorno dopo: nei giorni successivi ho notato che il ricupero dalla stanchezza della partita è stato molto più rapido e praticamente zero acido lattico!  

Perchè Frequency Matrix?

Frequency Matrix è l’unico metodo sul pianeta che, tramite nanotecnologie, sfrutta le frequenze di pressione magnetica, le stesse utilizzate dalla Natura per generare vita.

Come funziona?

Ogni volta che leggiamo qualcosa, pensiamo o proviamo un’emozione emettiamo una vibrazione. 

Una specifica vibrazione.

Le nostre cellule, i nostri organi vibrano, al ritmo del nostro pensiero e generano il nostro sentire.

Questa vibrazione è articolata ed è composta da ritmi di base che, uniti assieme, accordano tutto ciò con cui entrano in contatto

alla stessa frequenza dell’immagine creata nella nostra mente, diffondendo l’informazione 

dal piccolo al grande spazio, 
dal nostro corpo all’ambiente attorno, 

comunicando senza parole.

In questi anni abbiamo mappato moltissime situazioni, ricostruendo dalle componenti base, la vibrazione globale in suono e poi studiando prodotti che imitassero al meglio il modo di espressione della natura.

Abbiamo poi racchiuso questo codice in tracce audio che portano al loro interno la mappatura dell’informazione (indicata nel titolo) e il

fluttuare del suono 

che diviene la via in cui tuffarsi per ricordare quella specifica sensazione e riportarla nel nostro presente.

Un viaggio di riconnessione appassionante, appena iniziato.

Vuoi saperne di più? Visita la zona frequenze dove puoi trovare delle indicazioni interessanti oppure il nostro shop con i prodotti.

I percorsi disponibili sul sito

Lasciando da parte la sezione dedicata alle news ed agli articoli del momento, principalmente nel sito potrete trovare 3 percorsi evolutivi e di esperienza:

Sezione frequenze
Le frequenze sono il modo in cui le informazioni si diffondono nella materia e negli ambienti.

Con una specifica matematica, da noi scoperta, chiamata la matrice delle frequenze vibratorie naturali, si è in grado di definire con precisione il percorso più adatto e toccare quindi tutti i punti necessari affinché l’informazione si dispieghi al meglio.

In questa zona potete accedere ad alcuni programmi di prova e scegliere tra gli abbonamenti quelli più adatti a a voi e alle vostre esigenze.

Sezione prodotti
Le frequenze e le informazioni hanno necessità di energia per dispiegarsi correttamente senza distorcersi. 

In questa sezione potete trovare tutti gli apparecchi più tecnologici e adatti da acquistare per  goderne appieno.

Sezione corsi
Volete sapere di più su questa scoperta che connette le geometrie della natura e la matematica delle frequenze? In questa sezione potete leggere le basi della teoria ed iscrivervi ai corsi, dal vivo oppure online!

Pronti per volare

Il tappeto magico che fa volare

Ed eccoci qui.. finalmente vi è arrivato il nuovo tappetino Frequency nella sua superbusta di design… lo avete estratto con cura e lo osservare reverenziali… vi sbambolate e vi chiedete: “cosa ne faccio”? 

Avete letto la guida noiosamente esaustiva sulle tecnologie da altro mondo che sono all’interno, ma sinceramente non sapete come iniziare.. provate ad aspettare che il tappetino vi parli e si posizioni da solo facendo magie, ma l’unica cosa che avete sentito erano voci lontane nella testa, mentre il tappetino rimane davanti a voi, immutato nel suo stato.

Il motivo per cui l’avete comprato vi risveglia dal caldo tepore dei vostri pensieri e vi manda una fitta lancinante alla schiena.. passato il momento delle imprecazioni per l’orto, dove siete stati per una settimana di fila piegati, decidete di agire e utilizzarlo. 

Un flash: vi ricordate che nella guida c’era scritto che il tappetino andava posizionato con il lato libero, senza etichetta verso il corpo.. sembra morbido e vi sdraiate sopra. Pochi secondi ed iniziate a sentire un caldo tepore che si diffonde nel corpo ed il fastidio alla schiena inizia a passare quasi ovunque tranne che in uno strano punto…. proprio sotto il collo. Come ci fosse qualcosa che sporge dal tappetino.

Illuminazione: il Jack.al!

L’antennino con cui potete far partire i programmi frequenza. Lo togliete dalla taschina a lato del tappetino e lo provate ad inserire nel vostro fiammante iphone nuovo dove ovviamente c’è un attacco diverso dal classico rotondo delle cuffie. Altro giro di imprecazioni ma questa volta, con meno mal di schiena, un sorrisetto fa capolino sulla vostra bocca mentre il pensiero di aver finalmente fatto un acquisto come si deve si fa spazio dai meandri del cervello. 

La felicità è un campo magnetico che crea e vi ricordate che da poco hanno aperto il negozio dei cinesi sotto casa, dove hanno anche la sezione tecnologia. Scendete e in un batter d’occhio vi trovano ben due soluzioni: un connettore senza fili Bluetooth o un adattatore da inserire dove si carica il cellulare con all’altro capo il foro adatto per il nostro antennino. Scegliete alla modica cifra di 5 euro il secondo è finalmente siete pronti.

Vi risistemate e una volta collegato il tutto andate sul sito frequencymatrix.com, cliccate sulla sezione frequenze nel menu in alto e poi preliminari e generali dove scegliete prima antidolorifico poi antinfiammatorio ed infine equilibrio medium da 10min.. vi appisolate durante il trattamento e fate persino un breve sogno, molto reale.. dopo mezz’oretta ed un sano sonnellino vi trovate come nuovi, ristorati senza più dolore e soprattutto di ottimo umore.

Riflettete ad alta voce: “Cavoli questo coso lavora bene anche sul pensiero”. Riponete il jack nel taschino della Frequency per non perderlo e, levitando a 30cm da terra, vi dirigete grazie alla sola intenzione in cucina, dove la vostra metà vi ha preparato una splendida e sana cena col Disco Ego.

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