Domenica scorsa, dopo diversi giorni di pioggia ero andato in maneggio a trovare la Timsa (non è una cara amica di qualche oscuro paese lontano a cui il genitore ha dato un esotico nome, ma la simpatica bianca cavalla lusitana che da anni domina la scena della domenica). La Cha’ come sempre si occupava di creare un po’ di tafferuglio in giro e a me dispiaceva lasciare il cane stravaccato nel suo salotto mobile, con un sole così bello. Prendo il coraggio a quattro mani, vado alla macchina e decido di dare un tono sportivo alla giornata, portando a spasso Evi nei campi dietro alle scuderie.
Per l’avventura scelgo la longe da 5 mt, la lego al collare e via, si inizia la passeggiata.
Da subito la sobria cagnetta di un anno e mezzo e 65 chili, talmente bionda che la riesci a vedere anche con la fitta nebbia padana, inizia a tartufare (ndr. mette il naso a terra leggendo il giornale locale), travestendosi da astuto cane da caccia e parte a fucilata seguendo le tracce, con me al seguito. In questa situazione, non si capisce bene chi porta chi.
Per terra c’è ancora il fango per la pioggia dei giorni scorsi e le mie scarpe hanno la suola da skateboard, quindi praticamente liscia, ogni tanto scivolo ma a parte qualche professionistico passo di danza, nulla di che.
Dopo 20 minuti di camminata pattinando, arriviamo al grande campo dove passa un contadino col suo trattore rosso. Simpatico ed amichevole, saluta il cane guardandolo dall’alto e la piccola alana lo osserva, ringalluzzendosi e tirando un poco il guinzaglio per inseguirlo. Il dominio del capo si vede in alcune circostanze e questa sembra proprio una di quelle: la tengo, facendo un finto grigno diabolico con la faccia cattivissima come mi è stato insegnato anni fa, il cane mi guarda perplesso e si ferma ad osservare lo spettacolo. Compiaciuto dell’effetto addestrativo, procediamo tranquilli.
Dopo un po’ di tira e molla lungo la strada di terra, la faccio scendere nel campo fangoso mentre rimango sulla strada rialzata.
Evi si ferma, alza la testa e scruta il lontano orizzonte al fondo dell’infinito campo, dove il puntino rosso del trattore si muove ancora e dove il contadino assonnato la saluta palesemente.
Come in un campo dei potenziali, il cane osserva e vede tutte le possibilità.
Io inavvertitamente penso: magari la lascio libera per un po’ così si diverte. Non finisco il pensiero che metto a fuoco il suo sguardo diritto su di me, dominato da un cambio netto e determinato nei sui occhi.. sembrava quasi divertita all’idea di ciò che stava per capitare e…. via! Parte a fucilata come se il guinzaglio gliel’avessi già tolto… porc*.. mi da uno strattone così forte (5 metri di slancio) che salto dalla strada al campo fangoso 2 metri più in basso, dove pattino come facessi sci d’acqua!
Miracolosamente riesco a tenere l’equilibrio e dopo una decina di metri dove ho battuto il record di salto triplo in assetto asimmetrico, si ferma il tutto.
Per sopravvivenza, decido di liberarla e lei riparte a rincorrere la malcapitata preda di adatte dimensioni (il trattore)… Sparisce come un puntino all’orizzonte e già penso alla paternale che mi aspetta a casa per aver perso il cane.
Con fede incrollabile nel Creatore rimango impassibile e cammino leggiadro e libero sulla strada sterrata. Nel delirio della situazione passata penso: avessi messo l’antennina, le farei un bel programmino per farla rientrare (oppure potrebbe sentire meglio i miei improperi anche da laggiù).
Animal Bone è una piccola medaglietta per i nostri amici quadrupedi che può essere collegata al JackAl e ricevere programmi frequenza ed informazioni. Alcuni la accoppiano ad un Blue-R personale in modo da creare una piccola rete dove, tramite la frequenza i pensieri sono messi in comune con il proprio animale e ci si capisce meglio.
Penso alla velocità con cui ha fatto tutti quei metri e mi immagino come sarebbe un alano a fare Flyball e sorrido.. Anni fa, tra i primi ad usare questo sistema ci sono stati due amici, che fanno da anni gare di Agility (che tutti voi conoscete bene) e Flyball (sport canino da assatanati appassionati, che lanciano a tutta velocità i loro cani in un campo, a rincorrere una palla sparata a 200 da una macchina, misurando il tempo con cui non uno, ma l’intera squadra canina termina il percorso). Con loro funzionava bene, mettevano l’ossicino al collare del cane, facevano girare il programma dedicato prima della gara e guadagnavano secondi sul giro.
Tempo di finire il mio pensiero ed il mio adorato cane, non so se per paura del ceppo magnetico al collare o per sua semplice bontà d’animo nel vedermi inerme ed abbandonato, ritorna.
Infangati, lei fin sopra l’ultimo pelo, io ovunque, rientriamo..
Pensando a come non farmi beccare, la rimetto così com’è, fangosa e un po’ bagnaticca, nel baule.. tanto la macchina è già zozza.. mica si accorgerà..
Pensando di farla franca, chiudo la porta e sento un’oscura presenza alle mie spalle che mi chiede: “Tutto bene col cane?”, Io in un lampo penso: “Come ha fatto già a beccarmi?” ed osservando lo stato dell’auto rispondo con leggerezza: “Perfetto, è stata un’amore!”, saliamo, il cane si scrolla tirando gli ultimi schizzi di fango su tutti i vetri e a quel punto non mi tengo più al ridere..